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Gli effetti del Coronavirus nelle piccole medie imprese in particolare nell’arredamento

La pandemia dovuta al coronavirus comporta evidenti conseguenze dal punto di vista economico mondiale.
Sul fronte italiano, dove lo stato d’essere generale vedeva già da prima una situazione non eccellente in confronto ad altri Paesi, si è aperto uno scenario i cui effetti preannunciano di protrarsi a lungo termine.
Tra le realtà particolarmente colpite spiccano senza ombra di dubbio le piccole e medie imprese, anche se con alcune variazioni tra i settori.

Quali sono le conseguenze per le piccole e medie imprese

Grazie all’eccellenza dei prodotti e la rete di mercato, le esportazioni del made in Italy sono sempre state motivo di sicurezza economica per il nostro Paese.
La chiusura delle aziende e lo stop alla possibilità di interagire con numerosi potenziali acquirenti, tramite fiere ed esposizioni, comporta un peso notevole per le realtà che non rientrano nella grande imprenditoria.

Le stime effettuate non sono delle più rosee e comunicano la necessità di trovare nuovi scenari e nuovi linguaggi lavorativi.
Secondo quanto affermato da Confcommercio, nel caso in cui la crisi dovesse protrarsi oltre giugno, l’impatto potrebbe arrivare a 3-4 decimi di punto, vale a dire tra i cinque ed i sette miliardi di euro.
Confesercenti rincara la dose, stimando una perdita di 3,9 miliardi, con 60 mila posti di lavoro a rischio.

Il nord del Paese, da sempre notevole motore produttivo, si mostra essere l’area che accusa in maniera maggiore l’inevitabile crollo dei consumi, a seguito delle misure attuate per combattere il coronavirus. Ciò non toglie che l’intero territorio necessiti di aiuti per consentire una ripresa in maniera rapida ed efficace.
Come si può ben comprendere, tale situazione rischia di riflettersi nella chiusura definitiva di migliaia di piccole e medie imprese.
Se da una parte è vero che gli effetti si avvertono dai vari imprenditori con sfumature diverse, è purtroppo possibile affermare che lo scenario stia coinvolgendo tutti i fronti.

Nel mese di febbraio Marina Puricelli, docente presso l’Università Bocconi di Milano ed esperta di piccole e medie imprese, aveva già osservato l’emergenza coronavirus come qualcosa che avrebbe portato gravi conseguenze all’economia italiana.
Con lo scorrere delle settimane la situazione si è certamente aggravata ed i suoi effetti si sono resi purtroppo visibili a tutti.

Fiere internazionali di enorme importanza, soprattutto per le piccole e medie imprese, hanno subito modifiche o addirittura cancellazioni nelle loro date, passando direttamente ad una programmazione destinata all’anno prossimo, come ad esempio il Salone del Mobile a Milano e Vinitaly a Verona.

Per quanto dunque riguarda gli effetti del coronavirus, numerose aziende di arredamento sul territorio italiano ed internazionale hanno subito e continuano a subire un duro colpo. Allo stesso tempo però è necessario sottolineare anche l’emergere di numerose idee e possibili soluzioni, al fine di attutire il più possibile il colpo e tracciare un sentiero da cui ripartire al meglio.
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Le dichiarazione del presidente Orsini

Il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini, esprime il proprio rammarico per la situazione in sé, che non solo ha messo in ginocchio tanto la Lombardia quanto tutta l’Italia, ma che si estende ampiamente a livello globale.
Orsini afferma che un settore in crisi da non sottovalutare è, conseguentemente, quello degli allestimenti. Tale aspetto è da tenere in forte considerazione poiché si tratta di un ambito necessario nei contesti fieristici, così come in tutto ciò che comporta la proposta generale di prodotti.

La richiesta che Orsini afferma essere stata fatta al governo è che l’Ice vada a promuovere il più possibile gli investimenti che arrivano dall’estero. Aggiunge quindi che sta venendo fatto un buon lavoro per potenziare ulteriormente l’incoming.
Oltre ciò, le misure messe in campo vedono la richiesta di un decreto che coinvolge anche Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Tale decreto consiste in un credito d’imposta sulle fiere, con un massimale di due milioni di euro per ottenere una detrazione del 40%.

Per aiutare le realtà più piccole ad ottenere dei mutui agevolati, tali da consentire un rapido riavvio ed investire anche nelle Fiere, Orsini ha attuato ulteriori azioni in quanto Federazione. Ciò che è stato fatto è la creazione di fondi di garanzia sia come Mediocredito, con Cdp come interlocutore, sia con Confidi.

L’obiettivo è certamente quello di proteggere gli imprenditori di piccole e medie realtà, consentendo loro di recuperare livelli di opportunità e di mercato presenti prima della diffusione della pandemia.
Senza dubbio questo periodo ha dunque portato la necessità di aprire la propria mente a nuove strategie ed innovative soluzioni, in attesa che tutto torni più o meno alla normalità.
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